L'associazione raccoglie e promuove i contatti e le ricerche, fra i membri della famiglia, al fine di mantenere la memoria, la cultura e le tradizioni del passato.
Storia del capitello di Fastro Bassanese (VI)
A Fastro, in via Bassanese nel punto in cui la strada da una parte inizia a salire verso i "Caser" e la " Contrada" e dall'altra gira verso le case dei "Sonaor", si trova l'Oratorio intitolato alla "Madonna della salute". El Capitel del Bassanes, appunto, abituati come siamo, a vederlo ci stiamo dimenticando la sua storia. Solo qualcuno conserva dei ricordi, grazie ai racconti ascoltati in gioventù, ma anche quelli sono abbastanza sbiaditi e non ci siamo accorti che nell'anno 1995, sulla base delle notizie che ci è stato possibile raccogliere, ricorreva il centenario della sua inaugurazione e benedizione.
Anche se in ritardo, ci sembra giusto ricordare quanti hanno partecipato alla costruzione dell'Oratorio spinti da un profondo sentimento religioso e sicuramente con tanti sacrifici.
I lavori iniziarono nell'anno 1888 e terminarono nel 1895, anno dell'inaugurazione da parte del parroco di Fastro, don Domenico Villanova.
Non abbiamo la pretesa di fotografare con precisione gli avvenimenti, ma solo il desiderio di raccontare sul filo dei ricordi della nostra gente alcuni momenti che riguardano il nostro passato e le opere che i nostri vecchi ci hanno lasciato. Tra le persone che hanno costruito l'Oratorio è rimasto molto vivo il ricordo di Dall'Agnol Giovanni Battista (Giobatta) nato il 10 luglio 1870 e del fratello minore Pietro Antonio, nato il 4 agosto 1873, figli dei coniugi Dall'Agnol Domenico e Arboit Angela, che si erano sposati in Rocca il 26 febbraio 1862. 1 due ragazzi erano soprannominati in modo bonario "Vesco" e "Papa" in virtù, si racconta, di un berretto che il padre aveva loro acquistato quando erano piccoli e qualcuno vedendoli ebbe a dire' all'uno sembri il Vesco e all'altro sembri il Papa. Fin da giovani i due fratelli seguivano il padre Domenico, che lavorava alla costruzione dei forti della Tagliata e Scala, iniziati nell'anno 1884 ed impararono molto presto il mestiere di scalpellino. Giovanni Battista, negli anni successivi, arrivò a Venezia dove si perfezionò nel mestiere e fu assunto verosimilmente alle dipendenze della Sovrintendenza alle Belle Arti per lavorare al restauro di monumenti e chiese della città. Come sappiamo, a Venezia c'è la chiesa della Madonna della Salute, che si festeggia il 21 novembre ed è probabile che Giovanni Battista abbia per questo, pensato di costruire il Capitello intitolandolo in un primo momento "Madonna di Monte Sorist" e poi "Madonna della Salute".
Approfittando dei momenti liberi, che il suo lavoro a Venezia gli permetteva, Giovanni Battista iniziava la costruzione aiutato dal fratello e da volontari del Bassanese. Il terreno scelto fu messo a disposizione da Zalot Bortolo, suocero di Brandalise Antonio (Toni dal Col).
Le colonne esterne che sostengono il fronte dell'Oratorio, ricavate scolpendo un unico pezzo di pietra; le pietre scolpite e sagomate che costituiscono per circa un metro e mezzo la base delle mura, gli scalini ed il pavimento che portano al cancello in ferro battuto dell'entrata e poi ancora l'altare con il suo basamento ed il tabernacolo, sono la prova evidente che Giovanni Battista e il fratello Pietro Antonio conoscevano molto bene l'arte di scolpire la pietra.
Sulla destra del cancello di entrata si trova la "pila dell'Acqua Santa" ornata sulla parte superiore; nella parte inferiore riporta la sagoma di una mano, che la tradizione popolare segnala come impronta della mano dell'autore Giovanni Battista. Il materiale necessario fu ricavato dalla cava di pietra sita in località Col Torond (Contarond).
Alcuni pezzi furono scolpiti sul posto, altri invece dopo una prima sgrossatura vennero portati presso l'abitazione dei "Pape" con i mezzi allora disponibili, quali la tradizionale "museta" opportunamente rinforzata per il peso non indifferente delle pietre o addirittura a spalle. Presso la suddetta abitazione dei "Pape" si provvedeva al lavoro di rifinitura dei pezzi. Considerati i tempi ed i mezzi limitati con i quali questi ragazzi potevano operare, apprezziamo molto di più la loro opera e ci fa piacere ricordare quanti hanno lavorato alla costruzione.
Un pensiero ed un ringraziamento particolare vanno a Giovanni Battista (Giobatta) morto alla giovane età di 35 anni, il 12 marzo 1905 per una malattia polmonare, nella Casa di Cura allora sita a Feltre in via Portoria n. 144.
Le sue spoglie non furono portate a Fastro, ma verosimilmente tumulate nel cimitero di Feltre. Il fratello più giovane Pietro Antonio, morì in vece a Fastro il 28 dicembre 1955.
Si narra che durante la guerra del 1915-18 un drappello di soldati austriaci, aveva trafugato la campana del Capitello per farla fondere.
Intervenne allora Dall'Agnol Angelo "Caseta", padre di Matteo "Matio Caseta", che contrattò la restituzione in cambio di 30 litri di vino. In quel periodo di estrema povertà, trovare 30 litri di vino non era cosa facile e si pensò bene di mischiare il vino che si era riusciti a trovare con l'acqua. L'imbroglio riuscì, ma per paura che ci fossero dei ripensamenti fu chiamato Dall'Agnol Pietro "Sec" marito della Bof Maddalena (Piera), il quale portò a spalle la campana attraverso il sentiero delle "Rive" fino alla "Bustia dei Casete". Lì la campana fu seppellita seminando sul terreno sovrastante le rape (rau). La campana fu poi recuperata alla fine della guerra. Durante la seconda guerra mondiale, la campana fu nuovamente tolta e conservata presso l'abitazione di Brandalise Emilio. Finito il conflitto, fu rimessa al suo posto ma purtroppo si era incrinata e suonava male. Per interessamento di Dall'Agnol Alessandro "Caseta", la campana fu rifusa presso una fonderia di Marostica e rimessa sul Capitello.
Intorno all'anno 1929 fu chiamato un pittore che si chiamava Aurelio. Nel ricordo delle persone, questi era un tipo molto particolare, analfabeta ed un po' scorbutico. Mentre lavorava alla pittura e alle immagini del soffitto dell'Oratrio, copriva la porta di entrata con dei sacchi per non essere disturbato. Entrando nell'oratorio e guardando il soffitto, ci troviamo davanti la raffigurazione di Sant'Antonio, sulla destra abbiamo San Giovanni Battista, sulla sinistra San Pietro e alle spalle San Giuseppe. Sulla parete interna sopra la porta abbiamo una raffigurazione della Madonna con Gesù appena deposto dalla croce (la Pietà).
Sulle pareti trovano collocazione alcuni quadri ed ex voto lasciati dai fedeli. Altri fedeli hanno lasciato anche dei monili in oro che per ragioni di sicurezza vengono conservati da persone incaricate, per essere esposti una volta all'anno, in occasione della festa della Madonna della Salute. Sul soffitto del pianerottolo esterno del Capitello è stato rappresentato lo Spirito Santo in forma di colomba.
Il 21 novembre 1972 (quest'anno sono esattamente 25 anni), è stato posto sulla sinistra dell'Oratorio un monumento in marmo in onore dei Caduti e Dispersi in guerra della frazione Bassanese.
Il 20 novembre 1976, fu costruita la colonna che funge da campanile, in sostituzione di quello di legno ormai malandato, che era posizionato sul tetto. Recentemente si è provveduto al completo rifacimento del pavimento interno dell'Oratorio, al rinnovamento del tetto e, alla copertura con lamiere di rame della nicchia a semicerchio dove trova collocazione la statua della Madonna. li lampadario, di fattura antica, posto sopra la nicchia della statua ed ornato con perle, è stato portato presso un'azienda artigiana che lo ha completamente restaurato, ed oggi se ne possono ammirare gli effetti di luce molto belli e particolari.
Anche le pitture esterne ed interne all'Oratorio sono state rinnovate, ed ora il Capitello si presenta in buone condizioni. I lavori di restauro, che si sono susseguiti nel tempo sono stati possibili, grazie a diverse persone del Bassanese che hanno prestato la loro opera, sicuramente con spirito di devozione alla Madonna, ma anche con quella punta di orgoglio e di attaccamento che i "Bassanesi" hanno sempre avuto per il loro Capitello. Tra queste persone di buona volontà, qualcuna non è più tra noi, ed anche a loro va la nostra riconoscenza. Nell'anno 1995, una signora del Bassanese ha fatto confezionare presso una ditta di Treviso, specializzata nella realizzazione di paramenti sacri, un mantello azzurro con rifiniture dorate, che è stato posato sulle spalle della statua della Madonna. Molti ricorderanno, che in occasione della giornata di festa, dedicata alla Madonna della Salute, si usava ospitare presso le famiglie del Bassanese parenti e amici, che erano venuti all'Oratorio per assistere alla Santa Messa. Con il tempo questa usanza di cordiale ospitalità si è andata perdendo. Da qualche anno un gruppo di volontari del "Comitato Festeggiamenti Fastro", prepara per quanti intervengono alle funzioni un rinfresco e distribuisce dei dolci offerti dalle famiglie, recuperando per quanto possibile, quel senso dell'ospitalità che i nostri vecchi ci hanno insegnato.
Abbiamo terminato questo breve viaggio tra i ricordi del Capitello della Madonna della Salute e se qualche notizia storica risulterà imprecisa, ce ne scusiamo e sicuramente faremo meglio la prossima volta. Ringraziamo le persone, che ci hanno aiutato con i loro ricordi e don Nildo, che ci ha gentilmente messo a disposizione i registri dell'archivio parrocchiale.
Così sia.
Ultimo aggiornamento: 10/12/2005